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lunedì 31 maggio 2010

Anche una giornalista di Torino su una delle navi assaltate da Israele


Angela Lano stava andando a Gaza insieme ai volontari delle Ong internazionali. La sua agenzia seguiva da vicino la situazione palestinese

torino
C’è anche una giornalista di Torino su una nave del convoglio umanitario, diretto a Gaza, assaltato questa notte dalla marina militare israeliana. Angela Lano, 47 anni, era a bordo della «8000 - Freedom for prisoners. Freedom for Gaza» insieme ad alcuni colleghi.

«Di lei - dicono adesso alla Infopal, l’agenzia di stampa on line di cui è direttore - non abbiamo notizie. L’ultima telefonata ci è giunta alle 2 della notte scorsa: diceva "gli israeliani ci stanno intercettando". Poi, il nulla».

Angela Lano è un’orientalista e una studiosa del mondo arabo e islamico.
Laureata nel 1990 in lingua e letteratura araba con una tesi sulla questione palestinese, ha scritto saggi sulla condizione femminile, sulla guerra in Iraq, sull’islam in Italia. Nel 1996-97 ha aggiornato il «Grande dizionario enciclopedico» della Utet per le voci «letteratura araba» e «letteratura persiana», uscito nel 2003 anche nell«’Enciclopedia di Repubblica». Tra il 1997 e il 1999 ha svolto una ricerca sul fenomeno delle conversioni all’islam e sulla presenza dell’islam in Italia pubblicata a puntate sulla rivista «Missioni Consolata», organo dell’omonimo istituto missionario.

Infopal, l'agenzia che dirige, è nata nel 2006. Registrata al tribunale di Genova, ha la redazione in provincia di Torino. Conta una decina di collaboratori, una folta squadra di consulenti fra studiosi, giuristi e giornalisti, e alcuni corrispondenti da Gaza. Fornisce news, resoconti e reportage sulla situazione in Palestina e, in particolare, sulla striscia di Gaza.

La giornalista aveva mandato, nei giorni scorsi, alcune corrispondenze dalla nave.
«L’atmosfera è positiva - ha scritto il 27 maggio durante il terzo giorno di navigazione - anche se da agenzie e siti stranieri apprendiamo che lo stato sionista ha già trovato un nome per la sua operazione di pirateria e attacco illegale contro la nostra flotta: skywind, vento dal cielo. Sarà l’ennesima dimostrazione della barbarie e inciviltà che caratterizzano il Paese, nato da azioni di terrorismo e di forza».

Il 28 maggio i giornalisti presenti sulla «8000» (cechi, bulgari, greci e una troupe di Al-Jazira) avevano diramato un comunicato: «Noi considereremo ogni aggressione israeliana contro di noi una grave violazione della libertà di stampa, sancita da numerose convenzioni internazionali. Ribadiamo che noi siamo qui per svolgere il nostro dovere professionale al seguito della missione umanitaria della Freedom Flotilla».

Nei reportage, Lano spiegava che le navi cargo erano cariche di carrozzelle a motore per gli invalidi («le tantissime vittime delle bombe non convenzionali israeliane»), medicinali, cemento, mattoni, legno da costruzione, generatori per corrente elettrica, desalinizzatori e potabilizzatori, tendoni per sfollati, cento case prefabbricate, alimenti per bambini, giocattoli, vestiario «per un totale di oltre 15 milioni di euro».

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