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giovedì 29 luglio 2010

Lavanda vaginale come lo sciroppo: 50 intossicazioni in un mese

Luciana Littizzetto aveva previsto la notizia che chi scrive sta per dare.
Durante una puntata del programma “Che tempo che fa” lei stessa si espresse sul prodotto Tantum Rosa, paragonandolo a quello verde che è invece un colluttorio.
Il malinteso si è puntualmente verificato, ne danno notizia alcuni centri antiveleni tra cui quelli di Milano e Pavia, e spiegano che in appena un mese, tra dicembre 2009 e gennaio 2010 si sono registrate 50 segnalazioni di intossicazione che riguardavano il prodotto scambiato per un colluttorio.
La lavanda  reclamizzata invece, era indirizzata a ben altri disturbi, più intimi e femminili.
A causa degli episodi di intossicazione, il centro antiveleni di Pavia e quello del Niguarda hanno sollecitato alcune verifiche all‘Agenzia italiana del Farmaco.
Il Tantum Rosa promosso farmaco da banco, dopo essere stato per molto tempo un medicinale senza obbligo di ricetta, da poco si era affacciato nel dorato mondo della pubblicità, divenendo subito protagonista di uno spot, l’ennesimo dedicato ai disturbi femminili.
Il malinteso sarebbe stato causato proprio dalla reclame, che avrebbe ingannato le consumatrici sulla modalità di utilizzo, per questo l’azienda ha modificato lo spot sottolineando più volte il suo uso esterno.
Inoltre la confezione del Tantum rosa potrebbe presto divenire di un altro colore, per evitare la confusione con altri farmaci da banco che si assumono per via orale.
Citando in conclusione di nuovo la comica Littizzetto, che giustamente sottolineava una mancanza di pari opportunità riguardo i problemi intimi maschili e femminili messi in piazza o meglio sullo schermo, notando quanto le donne siano protagoniste di un’infinità di disturbi che vanno dalle piccole perdite, alla pancia gonfia ed alla stitichezza, dalla sudorazione eccessiva ai pruriti intimi, non si può far altro che ridimensionare il grande potere della pubblicità.
Questo “mezzo di divulgazione” ormai più presente dei programmi televisivi bombarda gli spettatori di stereotipi il più delle volte avulsi dalla realtà, facendo credere che esiste un problema laddove non c’è, e l’esatto contrario quando invece il disturbo esiste.
Così se noi donne abbiamo pruriti intimi non ci viene suggerito un ginecologo ma un bidet, al contrario laddove esiste un naturale evento che sottolinea il nostro potere di genitrici, la pubblicità ne compromette la naturalità suggerendo un salvaslip per rimanere “fresche” tutto il giorno, per tutto l’anno.
L’episodio della lavanda vaginale fa riflettere sulla potenza degli spot pubblicitari che inducono a comprare prodotti il più delle volte superflui, in nome di un immagine che non rispecchia affatto quella femminile.
Giulia Di Trinca


fonte
http://www.newnotizie.it/2010/07/29/bevono/

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